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La Preistoria

Dei Colli Berici

Il territorio dei Colli Berici ha offerto agli uomini della Preistoria tutte le risorse naturali necessarie per la loro frequentazione. La presenza di numerose grotte e sorgenti, alcune anche termali, affioramenti di selce e animali da cacciare hanno fatto in modo che le testimonianze più antiche della frequentazione preistorica del territorio dei Colli Berici possano oggi essere riferite al Paleolitico Inferiore. (Mossano, Grotta di San Bernardino).

Il Paleolitico Medio è ben documentato nei Colli Berici, le tipiche industrie musteriane attribuite all'uomo di Neanderthal sono state individuate e scavate con il metodo stratigrafico nella Grotta di San Bernardino presso Mossano e nella Grotta del Brojon presso Lumignano. Il Paleolitico Superiore segna l'avvento dell'uomo anatomicamente moderno e la scomparsa dell'uomo di Neanderthal.

L'uomo moderno, propone un'industria litica molto diversa da quella musteriana dell'uomo di Neanderthal e accanto alla caccia associa per la prima volta nuove attività come la pesca e la raccolta di frutti spontanei della terra e mostra una spiccata spiritualità, sconosciuta al suo predecessore (pittura, scultura e riti funerari). Il Paleolitico Superiore è documentato presso la Grotta di Paina, la Grotta del Brojon, la Grotta di Trene e in altre grotte nella zona di Costozza.

Il passaggio dal Paleolitico Superiore al Neolitico viene definito Mesolitico. Nei Colli Berici le testimonianze relative al Mesolitico provengono dalla Grottina dei Covoloni del Brojon, presso Lumignano. In particolare la stratigrafia della grotta ha restituito nello strato 7 un'industria litica Sauveterriana e nello strato 6 un'industria litica Castelnoviana. All'orizzonte Mesolitico compaiono i primi segni di quel profondo cambiamento che segnerà per sempre le sorti dell'umanità, l'avvento della più grande invenzione umana, il modello Neolitico.

Il Neolitico vede l'uomo diventare produttore di beni, abbandonare lo stato nomade o seminomade e iniziare la costruzione dei primi agglomerati di residenze stabili. Il Neolitico nasce nel vicino Oriente all'incirca verso il XII - X Millennio a.C., nell'attuale Siria, Iran, Libano e lungo la Valle del Nilo, in un territorio definito "mezzaluna fertile".

Queste regioni sono state influenzate da un particolare "microclima", che ha visto l'abbondante crescita spontanea dei cereali, che l'uomo ha imparato pian piano a coltivare, selezionando le sementi per la nuova semina, quando da noi era ancora in atto la fine dell'ultima glaciazione. Nell'Italia Settentrionale gli aspetti culturali tipici del Neolitico incominciano a manifestarsi a partire dalla metà del V Millennio a.C. con la comparsa della Cultura della Ceramica Impressa, sia sulla costa Ligure che su quella Adriatica, con qualche differenza formale tra le due aree.

La corrente Ligure influenza ben presto le regioni Padano-Alpine occidentali, quella Adriatica si diffonde dalle Marche alla Romagna e alla fascia pedemontana dell'Emilia. La neolitizzazione dell'area padano-alpina procede a ritmo accelerato negli ultimi secoli del V Millennio a.C., quando fra gli Appennini e le Alpi si riconoscono già almeno cinque gruppi culturali, aventi lo stesso strumentario litico ma differenti nelle caratteristiche della decorazione delle ceramiche.

Nell'Emilia si afferma la "Cultura di Fiorano", che si espande a nord-est fino ai Colli Berici (Pianezze di Arcugnano e Pojana Maggiore) e ai Monti Euganei (Le Basse di Valcalaona), i suoi influssi sono avvertibili anche nel Friuli dove troviamo il "Gruppo di Fagnìgola" e nel Trentino dove incontriamo il "Gruppo del Gabàn". Ad Ovest dell'area culturale di Fiorano si stende nel mezzo della Pianura Padana il "Gruppo del Vhò" e ancora più ad Ovest nel Varesotto, il "Gruppo dell'Isolino" il quinto dei gruppi neolitici. Agli inizi del IV Millennio a.C. compare una nuova cultura neolitica, denominata, per la forma di alcuni vasi, Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (V.B.Q.). La Cultura dei V.B.Q. si presenta in Veneto in tre fasi successive, identificabili dallo stile della decorazione delle ceramiche.

La prima fase viene detta "stile geometrico-lineare" ed è presente a Villa del Ferro nella Val Liona, la seconda fase "stile meandro-spiralico" è documentata a Molino Casarotto nelle Valli di Fimon, l'ultima fase "stile a impressioni e incisioni" si trova al Mottòn di Asigliano. L'ultima cultura neolitica identificata già nel 1939 presso Varese, ma presente su di una vasta area geografica è la Cultura della Lagozza, un modello insediativo sviluppatosi attorno ai grandi laghi di un tempo.

A partire dalla fine del IV o l'inizio del III Millennio a.C. prendono piede le Culture Megalitiche (sepolture di Sovizzo) ed Eneolitiche (Remedello, Campaniforme). Grazie al ritrovamento dell'uomo del Similaun, datato 3200 a.C. si è potuto retrodatare di mille anni l'Età del Rame o Eneolitico, anche se caverna Bocca Lorenza aveva già restituito tre asce piatte in rame (modello Similaun) in un livello attribuito alla Cultura dei V.B.Q.

L'industria litica nell'Età dei Metalli raggiunge il suo apice di perfezione, restituendoci splendide lame di pugnale, raschiatoi foliati e punte di freccia e di lancia di squisita fattura, a volte prodotte esclusivamente come corredo funerario. Nei Berici l'Eneolitico è documentato presso le famose grotte del versante orientale, nelle Valli di Fimon e in alcuni siti all'aperto di recente acquisizione (Barbarano Vicentino). In questo periodo compaiono le prime e rare cremazioni.

L'Eneolitico nei Berici assomiglia molto al "Campignano Lessineo", una particolare manifestazione nell'industria litica (Pic e Tranchet), legata allo sfruttamento del territorio. Nei Berici l'Eneolitico deve essere chiamato Calcolitico, per la mancanza del ritrovamento "in situ" di reperti di rame prodotti o importati. All'Età del Rame segue l'Età del Bronzo, che si colloca agli inizi del II Millennio a.C. e che copre un arco di tempo di quasi mille anni.

E' comunemente divisa in quattro periodi. La fase Antica, che è rappresentata dalla Cultura di Polada e datata dal XVIII al XV secolo a.C., rappresentata in località Lovolo di Albettone e nelle Valli di Fimon; la fase Media, datata dal XV al XIII secolo a.C., riconoscibile per la particolare foggia delle apofisi ceramiche (lunate cornute, lobate, rostrate, ecc.); la fase Recente, datata dal XIII all'XI secolo a.C., fase caratterizzata dalla particolare ansa a nastro cilindro-retta, e periodo nel quale l'uomo abbandona l'utilizzo della selce; la fase Finale datata dal XI al IX secolo a.C., periodo considerato come Protostorico e ampiamente studiato dai cultori dell'Età del Ferro (IX - III secolo a.C.).

L'Età del Ferro si presenta fortemente regionalizzata, in ogni regione italiana abita un popolo culturalmente diverso. Nel IX secolo a.C. si diffonde nella nostra regione la Cultura dei Paleoveneti, un popolo proveniente dall'Asia Minore che non sa ancora scrivere e vive in umili capanne, ma si distingue per l'abilità artigianale e l'allevamento dei cavalli.

Porta significative innovazioni tecnologiche, come l'uso del ferro e l'introduzione del tornio manuale per la produzione ceramica. Alcune tombe a cremazione dell'VIII sec. a.C. rinvenute ad Este, il maggiore centro culturale di allora, hanno restituito dei corredi funerari comprendenti oro di inestimabile valore, da far invidia agli Etruschi.

Sandro Faccin